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Eccellenza suina da quattro generazioni
Omega-3 e CLA: il profilo nutrizionale del maiale tradizionale
15 ott 2025
Scienza e gusto di grassi “buoni” nelle carni marmorizzate dei suini pesanti italiani.
Quando si parla di carni suine di alta qualità, non è solo il sapore a fare la differenza: entrano in gioco anche i grassi ‘buoni’, come gli omega-3 e gli acidi grassi coniugati (CLA), che nei suini allevati in modo tradizionale risultano più presenti e possono contribuire alla salute del consumatore oltre che a un profilo organolettico superiore.
Negli allevamenti convenzionali di suini industriali, la dieta e il sistema produttivo tendono a privilegiare cereali e farine proteiche che favoriscono la crescita rapida, ma risultano in un rapporto omega-6/omega-3 spesso troppo alto. Uno studio ha rilevato che nel maiale allevato intensivamente la ratio omega-6:omega-3 può arrivare anche a circa 14:1 o più.
Al contrario, quando l’alimentazione è integrata con foraggi, erbe di pascolo o mangimi selezionati, il rapporto migliora sensibilmente: in uno studio su maiali pascolati il gruppo senza cereali ha registrato una ratio di circa 5,15:1 rispetto al gruppo “tradizionale” da supermercato con 29,40:1.
Questo miglioramento riflette un maggior contenuto di omega-3 nel grasso intramuscolare, che è associato a minori rischi cardiovascolari, riduzione dell’infiammazione e un comportamento metabolico più favorevole.
Ma non sono solo gli omega-3 a fare la differenza: anche gli acidi grassi coniugati, detti CLA (Conjugated Linoleic Acid), pur essendo più noti nelle carni e nei latte di ruminanti, sono oggetto di studio anche nella suinicoltura. Pur con livelli inferiori rispetto a bovini e ovini, la ricerca evidenzia che modificando la dieta del maiale – introducendo oli ricchi di ALA (acido alfa-linolenico) o fonti vegetali selezionate – è possibile aumentare il contenuto di omega-3 e migliorare la composizione lipidica complessiva.
In particolare, l’impiego di mangimi contenenti lino o oli vegetali ha permesso incrementi del 50-60% degli omega-3 nelle carni di maiale in alcuni studi sperimentali.
Per l’allevatore e per il consumatore attento, questo significa che scegliere suini allevati con più attenzione dietetica e tempi di crescita maggiori può tradursi in una carne dal profilo nutrizionale davvero migliore: una marezzatura più evidente, un grasso più morbido e distribuito, e una sensibilmente migliorata presenza di grassi insaturi. La carne diventa così non solo piacere del palato, ma componente consapevole di un’alimentazione di qualità.
Naturalmente, la trasformazione, la stagionatura e la lavorazione del suino pesante influenzano ulteriormente queste caratteristiche: il grasso intramuscolare sciogliendosi durante la cottura libera gli omega-3 e contribuisce alla succosità e al sapore. Parallelamente, una densità maggiore di grasso buono migliora la marezzatura, la tenerezza e la sensazione al palato — aspetti che chef e intenditori riconoscono immediatamente.
Il profilo nutrizionale del maiale tradizionale si sta evolvendo: grazie a pratiche di allevamento più attente e a una dieta che privilegia ingredienti naturali, la carne suina può diventare una scelta consapevole anche sul piano dei grassi “buoni”. Scegliere carni con marezzatura, grasso ben distribuito e un profilo lipidico equilibrato significa unire gusto autentico, qualità artigianale e benefici per la salute.