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Eccellenza suina da quattro generazioni
Wine & Ham: guida agli abbinamenti perfetti con il prosciutto artigianale
15 lug 2025
Dal Chenin Blanc al rosato umbro, i calici che esaltano sapidità e dolcezza del crudo
Prosciutto crudo e vino parlano la stessa lingua sensoriale: la sapidità, l’umami e la dolcezza naturale del grasso trovano equilibrio in vini freschi, acidi o leggermente amabili che detergono il palato e amplificano gli aromi: è qui che nascono gli abbinamenti “wine & ham”, un viaggio gustativo fra terroir, bollicine e vitigni autoctoni.
Il prosciutto ha grasso scioglievole, umami e sale: l’acidità e l’effervescenza del vino tagliano la grassezza, mentre residui zuccherini minimi o note fruttate bilanciano il sale e l’amaro di eventuali stagionature lunghe. Quando aumenta la dolcezza del crudo (stagionature oltre 20 mesi), serve un vino con corpo medio e acidità marcata: da qui la scelta di bianchi nervosi, rosati o rossi delicati con tannino lieve.
I bianchi “affilati”: freschezza e frutto
Chenin Blanc (Loira o Sud Africa) – leggermente off-dry, regala pera, miele e fumo che abbracciano il lardo dolce del crudo senza coprire gli aromi.
Verdicchio dei Castelli di Jesi – note di mandorla, agrume e spiccata acidità, perfette con i grassi delicati del Prosciutto di Parma.
Dry Riesling – mineralità e lime per pulire la bocca dopo ogni fetta; ideale con crudi sapidi o affumicati.
Bollicine e frizzanti: l’arma segreta
Le bollicine svolgono il “lavoro” della lama: CO₂ fine, acidità e talvolta zuccheri residui impercettibili eliminano la patina grassa e rinfrescano.
TrentoDOC o Franciacorta Rosé – fragolina, agrume, lieviti e spuma cremosa: provare con culaccia o prosciutto e fichi.
Lambrusco di Sorbara ancestrale – acidità tagliente, frutto rosso croccante, pressione contenuta: tradizionale compagno del Prosciutto di Parma in Emilia-Romagna.
Prosecco Brut – la bollicina continua, con note di mela verde, addolcisce il sale e amplifica la dolcezza del crudo dolce.
Rosati mediterranei: un ponte aromatico
Un rosato strutturato porta frutto rosso, tannino leggero e salinità che si sposa con la carne rosa del prosciutto.
Rosato umbro da Sagrantino o Ciliegiolo – ciliegia, ribes, buona spalla acida, perfetto con crudi leggermente stagionati o serviti con melone.
Chiaretto del Garda – lampone e agrumi; la sua sapidità naturale esalta l'anima del prosciutto.
Rossi leggeri e aromi delicati
Pinot Noir (Borgogna o Alto Adige) – acidità vivace, tannino setoso e note di fragola; regala equilibrio senza coprire.
Sangiovese giovane o Chianti – ciliegia, violetta e tannino fine che pulisce il palato; ottimo con crudi più sapidi o in panini gourmet.
Fuori dai sentieri battuti
Fino Sherry – secco, salino, nocciolato: un abbinamento “terroir-gemello” alle note salate del prosciutto; la flor amplifica l’umami.
Lambrusco rosa ancestrale – quando si vuole un frizzante rosé secco e meno alcolico: l’acidità bilancia, il frutto sostiene dolcezza e sale.
Un ottimo abbinamento nasce dall’equilibrio fra grasso, sale e acidità: Chenin Blanc per la dolcezza, Lambrusco per freschezza regionale, rosato umbro per un twist mediterraneo, Pinot Noir per eleganza e Fino Sherry per sorprendere con note secche e saline. Scegliendo il calice giusto, ogni fetta di prosciutto artigianale diventa un viaggio sensoriale che onora la tradizione e invita alla scoperta. Nel prossimo articolo approfondiremo i segreti del “prosciutto 4.0” e delle nuove certificazioni digitali che ne garantiscono origine e qualità.